Il suo corpo è grigio-argenteo, bianco sul ventre. Ha una banda scura a ridosso della testa, la quale spicca come molto grande, sproporzionata rispetto al corpo. Guardandola di fronte, si può notare una linea dorata all’altezza degli occhi, che le dà appunto il suo nome. La sua bocca è ampia e corredata di denti piatti, che spinti dalla sua notevole forza mandibolare, rompono i murici senza troppi problemi. Nelle branchie si può notare una macchietta rossiccia, più evidente negli esemplari di taglia. Può raggiungere gli 80 cm di lunghezza, ed anche 8-10 kg di peso.
Fondale misto e con presenza di vegetazione marina tra roccia, ciottoli e grandi estensioni sabbiose; è qui che l’orata predilige stare, zone dove di solito questa preda trova piccoli vermi e molluschi di cui è ghiotta.
Essa è un pesce senza regole, abbastanza imprevedibile. A seconda del luogo se ne possono catturare di giorno o di notte, all’alba o al tramonto. Molto spesso le pescate migliori a differenza di altre prede si fanno in pieno giorno. Le ore più calde della giornata infatti ci regalano spesso splendide catture di pezzi da 90.
Il suo cibo preferito è rappresentato da una vasta gamma di molluschi come la cozza e il murice, sui quali in natura ha la meglio rompendone il loro robusto guscio protettivo con la sua enorme potenza mandibolare. Una vera leccornia per lei sono i bibi e l’americano che solitamente ingoia appena dopo averli gustati.
Rigorosamente del tipo beck, amo molto adatto per la pesca in cui il pesce ingoia l’esca. Devono essere molto robusti, meglio se in acciaio, di misura dal 4 al 1/0 a seconda della dimensione dell’innesco e delle prede che intendiamo insidiare. Non di rado un’orata da poco più di un chilo è capitato che abbia piegato l’amo forgiato ritrovando la libertà.
L’ armatura sarà uno short basso, con terminale piuttosto lungo, o del tipo scorrevole, di modo che l’orata possa ingoiare e non sentire la resistenza del piombo che la farebbe insospettire. Il terminale andrà dallo 0.25 allo 0.35, a seconda della pezzatura dell’orata. Meglio mantenersi un po’ alti con il diametro, almeno uno 0.28, poiché pur non avendo denti taglienti questo sparide ha una notevole potenza mandibolare. La lunghezza del terminale può variare da 80 a 150 cm a seconda dell’entità del mare e del diametro scelto.
Fondale misto e con presenza di vegetazione marina tra roccia, ciottoli e grandi estensioni sabbiose; è qui che l’orata predilige stare, zone dove di solito questa preda trova piccoli vermi e molluschi di cui è ghiotta.
Essa è un pesce senza regole, abbastanza imprevedibile. A seconda del luogo se ne possono catturare di giorno o di notte, all’alba o al tramonto. Molto spesso le pescate migliori a differenza di altre prede si fanno in pieno giorno. Le ore più calde della giornata infatti ci regalano spesso splendide catture di pezzi da 90.
Il suo cibo preferito è rappresentato da una vasta gamma di molluschi come la cozza e il murice, sui quali in natura ha la meglio rompendone il loro robusto guscio protettivo con la sua enorme potenza mandibolare. Una vera leccornia per lei sono i bibi e l’americano che solitamente ingoia appena dopo averli gustati.
Rigorosamente del tipo beck, amo molto adatto per la pesca in cui il pesce ingoia l’esca. Devono essere molto robusti, meglio se in acciaio, di misura dal 4 al 1/0 a seconda della dimensione dell’innesco e delle prede che intendiamo insidiare. Non di rado un’orata da poco più di un chilo è capitato che abbia piegato l’amo forgiato ritrovando la libertà.
L’ armatura sarà uno short basso, con terminale piuttosto lungo, o del tipo scorrevole, di modo che l’orata possa ingoiare e non sentire la resistenza del piombo che la farebbe insospettire. Il terminale andrà dallo 0.25 allo 0.35, a seconda della pezzatura dell’orata. Meglio mantenersi un po’ alti con il diametro, almeno uno 0.28, poiché pur non avendo denti taglienti questo sparide ha una notevole potenza mandibolare. La lunghezza del terminale può variare da 80 a 150 cm a seconda dell’entità del mare e del diametro scelto.
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